Gli anticipi
MAGIA DI IBRA L'INTER AGGANCIA LA LAZIO
L'Inter ha agganciato la Lazio in vetta alla classifica di Serie A battendo il Bologna per 2-1 con una perla del suo leader assoluto: Zlatan Ibrahimovic. Colpo di tacco straordinario al 25' pt. anticipando la difesa e palla nel sacco con Antonioli sorpreso per l'evoluzione dell'attacante nerazzurro. Ma partiamo dall'inizio. In avvio Inter nuova nel modulo. La novità, quando si comincia, è infatti il 4-4-2. Mourinho fa rifiatare Cambiasso, così in mezzo giocano Vieira e Muntari con Mancini e Quaresma sulle fasce. Davanti ancora Adriano accanto all'intoccabile Ibrahimovic. Nel Bologna la sorpresa è Marchini in difesa, sulla destra, a formare con Bombardini una coppia di terzini sicuramente sui generis. Un buon Bologna comunque nei primi minuti, col coraggio che non ci si aspetta da una squadra in piena crisi. Il primo tiro, al 4', è suo: destro dai 25 metri di Volpi con palla fuori di poco alla sinistra di Julio Cesar. Ma non dura, perché poi è soprattutto Inter. All'8' palla buona per Ibra, che scatta in solitudine su un lungo lancio ma poi tira addosso ad Antonioli in uscita. Al 9' Adriano cerca il gol in acrobazia, ma da posizione decentratissima mette sull'esterno della rete. È una Inter in crescita rispetto alle ultime uscite, a cui manca però qualcosa. E allora al 25' ecco il genio di Ibra, il colpo di tacco sul cross di Adriano per un gol da inserire nella lista dei più belli di sempre. Il vantaggio scioglie i nerazzurri, subito vicini al raddoppio. Due volte: la prima al 31', quando Ibra dà una gran palla dentro per Vieira che però tira su Antonioli; la seconda al 38', con Adriano che riceve in area e gioca di sponda per Ibra il cui destro dal limite è però alto. Uno a zero così al riposo.
Nella ripresa nessun cambio, cambia però subito il risultato. Al 4' infatti Mancini crossa dalla destra, Volpi tocca in area prima col piede e poi col braccio. Ciampi decide per il rigore: tira Adriano e non sbaglia, tornando al gol in serie A dopo quasi un anno. Sembra finita, sensazione sbagliata. Perché all'11', su un cross innocuo di Volpi, Cordoba e Zanetti combinano un gran pasticcio in area: uno lascia all'altro, l'altro non capisce. Risultato: palla a Moras che solissimo può toccare per il facile 2-1. Partita riaperta, prova allora chiuderla la coppia Adriano-Ibra al 17', ma lo svedese si allunga troppo la palla su assist del brasiliano e Antonioli in uscita chiude. Cominciano i cambi, con Arrigoni che mette la seconda punta (Marazzina) senza cavarne molto. Il finale è ancora dell'Inter, col sinistro di Muntari al 30' respinto di Antonioli, con un sospetto fallo in area di Terzi su Adriano al 31', con il gran destro di Stankovic al 43' respinto ancora da Antonioli, con il gol divorato da Ibra al 50'. Insomma finisce 2-1. Col Bologna sempre più giù, in classifica e nel morale, e l'Inter prima. Ringraziando Ibra, il mago.
Un pareggio agguantato nel finale e un primo posto in classifica difeso con le unghie e con i denti. La Lazio esce con un punto prezioso dall'anticipo dello stadio Olimpico contro il Lecce, e aspetta di sapere domani dal risultato del Napoli se sarà ancora in vetta, davanti a tutte le altre rivali. «Abbiamo pareggiato contro una squadra che ha fatto un tiro in porta - ha dichiarato il presidente biancoceleste Claudio Lotito a fine gara -. Per noi sembrava una partita stregata, con la palla che non ne voleva sapere di entrare in porta». Poi, con un po' di fortuna, è invece arrivato l'1-1 in extremis formato da Simone Inzaghi, uno degli epurati estivi. «Sono contentissimo per lui - ha ammesso Lotito -, è stato ripagato per il lavoro e i sacrifici che ha compiuto, anche quando il nostro allenatore gli preferiva altri attaccanti». «Vorrei ricordare a tutti che sono arrivato alla Lazio e ho rinnovato il contratto di Inzaghi- dice il presidente - mentre lui è stato disponibile a spalmare l'ingaggio per restare. La Lazio l'ha aspettato tutto questo tempo per ripagarlo del suo comportamento. Questa estate non c'è stata nessuna discriminazione nei suoi connfronti e lo dimostra il fatto che poi lui abbia ritirato il ricorso...».
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